Caos al Sigonio? Tranquilli. È Rosa Iavarone

Una full immersion con uno dei personaggi più iconici del Liceo: Rosa Iavarone, collaboratrice scolastica dell’istituto.

Rosa Iavarone

Si presenti ai nostri lettori. 

«Mi chiamo Rosa Iavarone sono una collaboratrice scolastica del Sigonio. Ho 55 anni, provengo dalla Campania, in provincia di Napoli».

Vuole raccontare ai nostri lettori qualcosa della sua famiglia?

«Ho una famiglia di 5 persone: io, mio marito e tre figlie femmine, adesso adulte. Ho due cani, uno di mia figlia e uno mio».

Perché ha avuto la necessità di trasferirsi qui al nord, visto che ha origini napoletane?

«Per amore. Mio marito lavorava qua e io mi sono trasferita per lui».

Ha una passione, un hobby, un'attività che coltiva al di fuori del lavoro?

«Ho la passione del cucito, ma, tra casa, lavoro e figli, mi resta poco tempo per dedicarmene.

Da ragazzina avrei voluto imparare a tagliare i modelli dei vestiti, però non ci sono mai riuscita. Da giovane ho lavorato molto nei laboratori di cucito. Mi piacerebbe molto imparare a suonare la chitarra».

Quindi il lavoro dei suoi sogni era cucire? Perché non ha portato avanti questa passione?

«Sì, il mio sogno è sempre stato cucire. Ci ho rinunciato perché ho avuto l’opportunità di entrare nella scuola statale e sono rimasta qua».

Oltre a lavorare nelle scuole, ha fatto altri lavori?

«Si, ho lavorato nella mensa della Maserati, in un centro pensionistico e nel reparto delle pulizie».

Le dà fastidio essere chiamata bidella? Preferisce che la chiamino diversamente?

«Non mi da fastidio, però va bene anche essere chiamata per nome».

Che rapporto ha con gli studenti?

«Cerco sempre di aiutarli, affinché si inseriscano bene nelle diverse esperienze di vita. La scuola serve molto al giorno d’oggi: senza studiare non si va da nessuna parte. Purtroppo è il lavoro degli studenti che dovranno sempre affrontare le situazioni con responsabilità. Certe volte i prof si arrabbiano, ma non bisogna preoccuparsi troppo, bisogna andare avanti e continuare a studiare, perché una vita senza lo studio non porta da nessuna parte». 

Ci sveli il suo segreto, qual è il suo studente/essa preferito/a?

«Siete tutti i miei preferiti. Non faccio distinzioni, vi tratto tutti allo stesso modo».

Ha un prof. preferito?

“No, ma con quelli del musicale ho un rapporto “migliore”, perché a me piace molto la musica. Non è per difenderli, per me sono tutti uguali, ma ci sono anche dei prof. delle scienze umane o dell’economico bravissimi e non li sostituirei con nessuno”.

Da quanti anni è in questa scuola?

«Ho lavorato due anni senza essere di ruolo. Nel 2019 sono andata al Selmi, perché in questa scuola non c’era posto e mi hanno offerto una posizione di ruolo. Dopo due anni sono tornata al Sigonio e rimarrò qua, nessuno mi caccia via se non voglio farlo io per prima»

Che tipo di istruzione ha ricevuto, che indirizzo ha scelto alle superiori?

«Non ho fatto le superiori, però ho frequentato le scuole medie serali»

Ha condiviso qualche rapporto, nato all’interno della scuola, con un prof. o con le sue colleghe al di fuori dell’ambito scolastico?

«Sì, c’è stato un periodo, ma ci sono sempre i pro e i contro. Io sono un tipo di persona che cerca sempre di tenersi tutto dentro».

Ci vuole parlare un po’ dei suoi amori giovanili? Come ha conosciuto suo marito?

«Ho conosciuto mio marito quando ero giovane e ci siamo sposati, abbiamo avuto la nostra prima figlia che adesso ha quasi trent’anni anni. È nata ad agosto e a settembre ho iniziato le scuole serali. Poi ho cominciato un po’ a lavorare per il Comune, ma a causa della legge Biagi ho dovuto smettere. La Provincia mi aveva offerto un lavoro, ma ho dovuto rifiutare per occuparmi della bambina. Ad oggi potevo quasi essere in pensione. Ho chiesto a mia madre di occuparsene, ma non me la sono sentita. Ho offerto a una cognata di mio marito di tenere mia figlia e, nel mentre, ci saremmo dimezzati il mensile, ma lei lo voleva tutto e ho dovuto rifiutare, così ho fatto altri lavori. Mi piaceva, ma appena ho avuto la possibilità di fare richiesta nella scuola statale l’ho fatto, nonostante abbia dovuto fare la gavetta per qualche anno per avere un punteggio necessario per passare di ruolo».

Le piace vivere di più al sud o al nord?

«Modena è molto umida. Se le leggi non cambiano e tra qualche anno mio marito andrà in pensione abbiamo deciso di spostarci vicino al mare».

Se domani vincesse una quantità esagerata di soldi alla lotteria, quale sarebbe il modo più stravagante con cui li spenderebbe?

«Non ne ho idea. La cosa più stravagante sarebbe andare a fare una piccola vacanza al sole, al mare e soprattutto in pace, non desidero altro. E ancora, ne darei una parte in beneficenza a un’associazione».

Redazione Sigonio

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