Mattia Gibertini: ‘Quest’anno cambia tutto, il Sigonio si rinnova’

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Mattia Gibertini, rappresentante d’istituto, che ci ha raccontato la sua esperienza e la scuola di cui vorrebbe far parte. 

Mattia Gibertini

Come riesci a far combaciare scuola, ruolo di rappresentante e vita privata?

«Fare tutto ovviamente è molto gravoso e ci vuole tanta forza di volontà, ma soprattutto, tanta voglia di mettersi in gioco. Sicuramente è fondamentale saper organizzare durante la settimana i propri impegni, con la dedizione ci si riesce e porta tante soddisfazioni personali»

 

Quali sono i tuoi progetti futuri anche in merito a essere diventato rappresentante? 

«Finita la scuola, cercherò di entrare all’università di Economia a Bologna: il mio obiettivo è quello di ricoprire un posto importante all’interno di un’azienda. Il ruolo di rappresentate penso mi darà una mano, soprattutto perché, ho imparato a relazionarmi con un pubblico che spesso ha molte idee contrastanti». 

 

Come mai ti sei candidato come rappresentante? 

«Inizialmente, mi sono candidato perché in questi anni ho sempre visto, specialmente quando ero in prima, che il Sigonio veniva visto dagli altri, come una scuola di serie B. Questo pensiero nei nostri confronti mi ha sempre turbato, perciò volevo provare a cambiare la prospettiva delle altre scuole attraverso iniziative che spero possano portare rilevanti cambiamenti; insomma, far capire agli altri che non siamo inferiori agli altri». 

 

 In futuro pensi possa tornarti utile aver ricoperto la carica di rappresentante? 

«Sicuramente sì, perché mi sta aiutando a relazionarmi con persone sia più grandi che più piccole. Ho imparato ad ascoltarle e accettare consigli».

 

È stato difficile riprendere in mano la situazione dopo la disorganizzazione dell’anno scorso?

«Non voglio parlare del lavoro altrui, anche se ovviamente ci sono stati dei problemi, che tutti noi abbiamo notato, causati dalla disorganizzazione. Il punto più critico su cui io e Sara abbiamo dovuto lavorare è stato riuscire a riottenere la fiducia facendo ricredere su quella che è la figura del rappresentante. Il nostro obiettivo era riuscire a far sentire la nostra presenza agli studenti, fargli capire che il nostro è un ruolo importante che esiste per loro: una figura di riferimento pronta ad ascoltare le esigenze del corpo docenti ma in primis degli studenti». 

 

Com’ è cambiato il tuo approccio come figura di rappresentante rispetto all’anno scorso?

«Diciamo che l’anno scorso, come quest’anno, volevo cambiare questa scuola ma mi sono accorto che ero ancora molto piccolo e immaturo. Crescendo ho cercato di affiancarmi a persone che ritengo molto competenti come ad esempio Sara Fogliani, l’altra rappresentante. Il mio approccio è sempre stato quello di aiutare gli studenti, essere una figura di riferimento alla quale possono rivolgersi per qualsiasi problema all’interno della scuola».

 

Per quanto riguarda la novità della ricreazione fuori?

«Abbiamo premuto tanto per ottenere la ricreazione all’aria aperta poiché, a parer mio, è un diritto di cui gli studenti devono godere, a maggior ragione perché eravamo una delle poche scuole di Modena a non beneficiarne. Nonostante la preside fosse molto titubante, con la nostra perseveranza siamo riusciti a convincerla presentandole un piano organizzativo efficace anche per quanto riguarda la sorveglianza. Essendo questo uno dei punti promessi in campagna elettorale, ci tenevamo a mantenerlo per accrescere la nostra credibilità.

Un grande ringraziamento lo dobbiamo alle due vicepresidi, la prof.ssa Bellotti e la prof.ssa Piccinini, le quali ci hanno aiutato molto nella realizzazione di tale progetto».

 

Redazione Sigonio:

Giulia 4ªE

Giada 4ªE